Capodanno berbero: storia e usanze dello “Yennayer”

antica città del marocco

Il 12 gennaio si celebra il Capodanno berbero (Yennayer). Derivante dal latino “ianuarius”, Yennayer significa “gennaio”. Seguendo il calendario giuliano, l’anno berbero comincerebbe il 14 gennaio. Tuttavia, in Algeria, la maggior parte della popolazione festeggia l’inizio dell’anno con due giorni d’anticipo. Il motivo? Un probabile errore da parte di alcune associazioni berbere, desiderose di riportare in vita antiche tradizioni.

Ma come si festeggia il Capodanno berbero, e quali sono le sue origini?

LE ORIGINI DEL CAPODANNO BERBERO

Il calendario berbero (fellahi), utilizzato per regolare i lavori agricoli, è un’eredità del calendario giuliano, in uso in Europa prima che venisse introdotto il calendario gregoriano. La durata dell’anno e dei mesi è la stessa: tre anni di 365 giorni e un anno di 366, con mesi di 30 e 31 giorni (l’unica eccezione è il secondo mese, fatto di 28 giorni). Tuttavia, il giorno in più di cui l’anno bisestile si compone non viene aggiunto alla fine del secondo mese ma alla fine dell’anno: l’inizio dell’anno, e dunque il primo giorno di yennayer, coincide con il 14 gennaio del calendario gregoriano. Una data, questa, frutto dello scostamento accumulato nei secoli tra le date astronomiche e il calendario giuliano.

IL SIGNIFICATO DI “YENNAYER”

Col termine “Yennayer” si identifica dunque il mese di gennaio, ma anche il primo giorno dell’anno. Una data, questa, corrispondente al 14 gennaio in Paesi come il Marocco e la Libia, e al 12 gennaio in Algeria. Il 27 dicembre 2017, il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika ha infatti deciso di riconoscere Yennayer come un giorno di festa, celebrato il 12 gennaio di ogni anno.

Secondo gli studiosi, Yennayer significa primo mese: deriverebbe infatti da Amazigh (Yan = Uno e Ayyur = mese). Tuttavia, poiché il calendario berbero utilizza nomi di derivazione latina per tutti gli altri mesi, è forse più probabile che nasca dal latino Januarius.

DOVE VIENE FESTEGEGGIATO IL CAPODANNO BERBERO

Il Capodanno berbero viene festeggiato nel Maghreb (Algeria, Libia, Mauritania, Marocco, Tunisia) dalla popolazione Amazigh. Sembra che la sua origine sia molto antica, essendo radicata nei racconti popolari e nelle leggende nordafricane. La si può considerare una festa della natura, della rinascita e dell’abbondanza, che simboleggia il legame tra il popolo berbero e la generosità della terra. Oggi si festeggia il Capodanno berbero perlopiù per tenere viva l’identità culturale amazigh.

IL MITO DELLO YENNAYER

L’origine dello Yennayer è raccontata da diversi miti. Nella tradizione amazigh si dice che, il mese di Yennayer, avesse in origine trenta giorni. L’ultimo giorno del mese, un’anziana signora sfidò il freddo dell’inverno portando la sua capra al pascolo. Offeso dall’insolenza della donna, Yennayer prese così in prestito un giorno da Furar (febbraio) obbligando la signora a trascorrere all’aperto un’altra freddissima notte.

COME SI FESTEGGIA IL CAPODANNO BERBERO

Le celebrazioni del Capodanno berbero sono riunioni di famiglia, fatte di buon cibo e di musica gioiosa (spesso le persone indossano abiti e gioielli tradizionali Amazigh per l’occasione). In diversi casi, Yennayer viene scelto per celebrare matrimoni, ma anche per effettuare ad esempio il primo taglio di capelli di un bambino.

Ci sono zone in Algeria in cui i festeggiamenti durano tre giorni: le famiglie si riuniscono ogni giorno, per consumare un pasto sempre diverso (porridge di semola il primo giorno, cous-cous con sette verdure e sette spezie il secondo giorno, pollo il terzo).

Tutto simboleggia una vita armonica con la natura, nonostante questa sia potenzialmente in grado di creare condizioni pericolose (con le piogge, il freddo, la siccità). Secondo una credenza popolare, chi festeggia Yennayer trascorrerà il resto dell’anno senza doversi preoccupare della carestia o della povertà (il cous-cous con sette verdure e sette spezie è sinonimo di abbondanza).

In alcune famiglie si usa lasciar fuori da casa le briciole per sfamare gli uccelli e gli insetti, in modo che nessuno inizi l’anno a pancia vuota. In altre si prepara il Treize, un mix di dolci, cioccolato e noci che viene sparso sul bimbo più piccolo a simboleggiare abbondanza e pienezza. Laddove i festeggiamenti durano un solo giorno, in tavola vengono serviti cous-cous, khfaf (ciambella tipica del Nordafrica) e tamina (un piatto a base di semola tostata, burro e miele).

TI POTREBBE ANCHE INTERESSARE

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Plugin WordPress Cookie di Real Cookie Banner